Misure: 300×400 cm
Materiali: Ferro, legno, pietra, acrilico
Data: 2023
La grande battaglia
“La Grande Battaglia” è un’opera monumentale di 3×4 metri che immerge l’osservatore in un campo di battaglia intriso di contraddizioni e confusione.
Dieci personaggi, scolpiti nella materia e dipinti con tratti decisi, si muovono in uno sfondo surreale.
I personaggi raffigurati sono ispirati a uomini esistenti, legati all’artista personalmente: parenti, amici, collaboratori, figure che lo hanno affiancato nelle sfide quotidiane. Dal commercialista al fabbro, dal figlio al fratello, ognuno ha preso parte al percorso professionale dell’artista, una vera e propria grande battaglia.
Con quest’opera Miglietta sottolinea l’importanza della loro presenza e del loro supporto.
Tra le figure spicca l’autoritratto del pittore, che si colloca all’interno di questo caos, rendendo l’opera una riflessione personale sull’onnipresenza della lotta nella vita di ogni giorno. I personaggi sembrano marionette che fluttuano tra gioco e serietà: chi sorride e guarda direttamente lo spettatore, chi combatte con rabbia, chi contempla e osserva. Il tutto conferisce la sensazione che ognuno sia spinto da una forza esterna, agito dagli eventi della vita e dalle sue complessità.
L’opera è un mix stilistico che scavalca la coerenza storica: katane giapponesi si affiancano a elementi medievali europei e armi rinascimentali, sottolineando l’eterogeneità delle sfide di ogni giorno, e la fatica stessa di tenere traccia del flusso della vita. Nonostante la presenza di una figura accasciata a terra, “la grande battaglia” trasmette un’energia profonda e atavica, una forza vitale che incarna la determinazione a proseguire, a combattere nonostante tutto.
Un’opera intensa, che parla di caos, fatica e resistenza, e che trasmette all’osservatore la voglia di mettersi in gioco, oscillando tra passione e perseveranza.
“La grande battaglia” è una riflessione sulla fatica quotidiana, ma anche un tributo a chi ha sostenuto l’artista lungo il cammino. Il messaggio è chiaro: “La mia vita lavorativa è stata una grande battaglia. Non sarei dove sono adesso senza di voi.”
Racconto
L’azienda di famiglia consisteva in un laboratorio di tre stanze: macchine da cucire, set di pigiami, camicie da notte setteveli. Non abbiamo mai saputo chi fu l’artefice del furto. Nella notte del tre aprile, di fronte alle stanze vuote, mio padre ebbe il suo primo infarto. Avevo diciannove anni e quel che restava dell’azienda di famiglia passò nelle mie mani di giocatore di basket professionista.
All’epoca la mia squadra era costituita da me (secondo personaggio sulla sinistra), mio padre, mia madre, alcune sarte del paese.
Mio fratello Gianfranco (il primo sulla sinistra con in mano una lancia) comparve qualche anno dopo, insieme a Loris (terzo soggetto a partire da destra, seconda fila, che guarda dritto in campo) e Lorenzo (due soggetti più a sinistra, con in mano una mazza, che digrigna i denti).
Quella partita di pallacanestro si è trasformata presto in una vera e propria battaglia. La nostra squadra è cresciuta, gli schemi si sono rivoluzionati, abbiamo impugnato armi e siamo diventati un piccolo ma solido battaglione d’assalto. Sono tanti i fronti dove abbiamo combattuto: in una fabbrica di tessuti, nel restauro di un complesso monumentale datato quindicesimo secolo, nella creazione e nella gestione di una sala ricevimenti, nella costruzione di un boutique hotel.
La vita di impresa è un essere proteiforme. In cinquant’anni ha cambiato molti volti e le sue esigenze si sono trasformate, rivoluzionando equilibri, creando ammutinamenti, abbandoni, nuove alleanze. Ogni soggetto qui raffigurato ha contribuito a portare avanti la piccola, grande azienda di famiglia. Grazie a questi uomini, collaboratori, aiutanti e amici, la mia capacità di affrontare il mondo resiste e la voglia di affrontare nuove sfide si mantiene, integra e viva, da 50 lunghissimi anni.