Misure: 380 x 155 cm / Copertone: 73 cm diametro
Materiali: Legno, ferro
Data: 2024

Maserati

Maserati da Corsa, 1939 – Omaggio a Tazio Nuvolari

Questa scultura in legno e ferro rappresenta, su scala 1:1, la Maserati da corsa guidata da Tazio Nuvolari nel 1939, simbolo di una vittoria storica contro le Mercedes della Germania nazista. Ogni pezzo della scultura è stato tagliato direttamente da lastre di ferro, plasmando il materiale d’origine con estrema cura artigianale. I componenti, sviluppati in piano e assemblati tridimensionalmente, danno vita a un’opera imponente, che rende omaggio alla maestosità della vettura originale.

La scocca, composta da legno e ferro, e le ruote interamente in ferro, evocano la forza e la resistenza della storica Maserati. L’interno è stato ricreato in ogni minimo dettaglio e comprende cambio, pedali e tachimetro, realizzati anch’essi in ferro. Anche la marmitta e il tubo di scarico fanno parte di questa ricostruzione minuziosa e fedele degli elementi meccanici originali.

Come nella canzone Nuvolari di Lucio Dalla, questa scultura celebra l’arte di guidare e vivere tra le incertezze. L’opera di Miglietta parla della resilienza, della capacità di affrontare le battaglie della vita e di superare le difficoltà, proprio come Tazio Nuvolari. Questo lavoro, tagliato e assemblato con passione artigianale, è una potente celebrazione della forza, della determinazione e della resistenza.

Racconto

Ogni anno il grande pino si inarca di un centimetro, si inclina curioso verso la strada nera e bianca che hanno portato gli uomini con la betoniera.
Il bambino con la capretta non passa più da sotto i suoi rami e le mattine di giugno si consumano senza il secchio del latte, senza il campanaccio, il bastone. Le biciclette che si sdraiavano sotto la sua grande ombra hanno smesso di combattere contro la ghiaia del selciato: i raggi sottili corrono veloci su quella striscia di asfalto che hanno steso proprio ai suoi piedi.
E allora il grande pino osserva gli abitanti di sotto sfilare veloci sulle sue radici. Sente le vibrazioni degli pneumatici in corsa, sente il rombo della marmitta, il fruscìo occasionale di un’auto che di notte muove l’aria. Il legno assorbe il suono delle ruote, delle sterzate, dei freni. La linfa e le radici si sforzano di ricordare ogni clacson, ogni accelerazione, ogni brusco rallentamento.
Nella solitudine della campagna secca, senza rondini, pernici e cavallette, il grande pino impara la forma di un motore e qui, nella morte, la prende.